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Gli abitanti si chiamano: chiusini.

Chiusi

 
 

 

Situata nella zona collinare che chiude a sud la Valdichiana, la Chiusi attuale è una città che non esprime adeguatamente la sua antichità e la grande importanza raggiunta in passato.

Di origine forse umbra, cui potrebbe collegarsi il nome di Camars con il quale la ricorda Livio, Clusium - questo è il nome latino derivato probabilmente da quello etrusco - fu la città più famosa dell'Etruria settentrionale ed anche la più conosciuta in quanto ad un suo re, Porsenna, sono attribuite gesta leggendarie contro Roma, intorno al 520 a.C. Il massimo splendore di Chiusi si ebbe tra il VII e il VI secolo a.C. ed è, oltretutto, testimoniato dalla ricchezza e quantità delle necropoli nella zona circostante la città.

 

La posizione di Chiusi, su una collina tufacea che domina la valle del Clanis (Chiana), sta senz'altro alla base della sua fortuna. La Chiana era allora affluente del Tevere ed essendo navigabile, favoriva le comunicazioni verso il sud. La ricchezza di Chiusi era basata sull'agricoltura, essendo la zona fertilissima, e quindi l'economia della città, pur non raggiungendo i livelli più spettacolari delle città costiere dedite ai commerci, si mantenne abbastanza costante.
 

 

 

 

 

Della città etrusca - che pure era sul luogo dell'odierna - non si hanno resti apprezzabili: essa è testimoniata solo dalle sue necropoli, più volte spogliate fin dall'antichità delle oreficerie e dei bronzi più significativi. Le tombe - tra le quali mancano quelle a fossa con inumati - si sviluppano da quelle più arcaiche a pozzetto, fino alle tombe a ziro e a camera. In particolare le tombe a ziro rappresentano una caratteristica chiusina: il cinerario era contenuto infatti in un grande vaso di terracotta grezza, lo ziro appunto. Nelle tombe a ziro, come in quelle a camera, si rinvengono i caratteristici "canopi", cioè i vasi destinati a contenere le ceneri del defunto, con un corpo ovoidale ed un coperchio a forma di rudimentale testa umana, che tuttavia, anche se lo si può pensare, non sono dei ritratti. Altrettanto può dirsi per le statue cinerarie.
In epoca romana Chiusi verrà a trovarsi sulla via Cassia che collegava Roma con Arezzo e Fiesole, poi, direttamente, con Firenze, Pistoia e Lucca. Una notevole quantità delle ricche testimonianze etrusche, ma anche di importazione greca e di epoca romana, restituite dalle numerose necropoli dell'area chiusina, sono conservate nel Museo archeologico nazionale, istituito nel 1870.

 

Centro agricolo e commerciale della Valdichiana Chiusi basa la sua economia prevalentemente sull'agricoltura e sul commercio, essendo un importante nodo stradale e ferroviario. In questi ultimi anni si sono sviluppate anche aziende di piccole e medie dimensioni in vari comparti, dall'edilizia alle ceramiche, ai mobili.
Anche verso l'attività turistica sono state rivolte notevoli risorse economiche, tenuto conto che anche l'ambiente si presta a una sicura valorizzazione. E il caso del Lago di Chiusi (ciò che resta dell'antica distesa palustre della Chiana) che deve essere salvato con interventi appropriati. Al turismo si sposa poi la ricca cucina locale, fatta di pici e di brustico, di vino fragrante e di olio di oliva, di sapori antichi che sanno di farro, di cervo e di cinghiale e che riecheggiano le mai dimenticate tradizioni etrusche. Insomma Chiusi è una città proiettata nel futuro ma che non manca di volgere lo sguardo al suo prestigioso passato di capitale delle dodici metropoli dell'Etruria.

 

 
 
 
 

 
 

 

 

 

Inesauribile terra di Siena, madre imparziale di vini eccelsi e d'acque benigne! Non solo le fonti di celebri santuari della salute, (tra cui Chianciano) ma anche ad acque più umili, ma non meno generose, come quelle del pescoso lago di Chiusi.
Oltre a nutrire il "grande fratello", (il vicino Trasimeno) verso il quale è stato deviato negli anni Sessanta, onde scongiurarne il prosciugamento, il lago di Chiusi non si perita di contendergli la paternità del "tegamaccio", saporito cacciucco lacustre a base d'alborelle, anguilla, boccalone o persico trota, carpa, luccio, persico reale, persico sole, scardola, tinca e chi più ne ha più ne metta, ma differisce in qualche particolare da quello umbro: fatto un bel soffritto d'aglio, carota, cipolla e sedano in olio d'oliva, si rosola - o accaldella, come dicono da queste parti - per primo il pesce meno arrendevole per finire col più tenero, perfezionando la cottura con l'ausilio di vino, pomodoro ed eletti aromi.
Oltre a gustare il tegamaccio, rimirando languidi le placide acque del lago di Chiusi, è il caso di non perdere l'occasione d'assaporare il brustico: freschissimo pesce lacustre - specie il persico - cotto allo spiedo con erbe aromatiche su braci di cannucce di lago e condito con olio, aglio e limone. Provare per credere: non teme il confronto colle tanto decantate grigliate di mare.

 

 
 

Immagini Lago di Chiusi

 

 

 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Chiusi: www.comune.chiusi.si.it

 

 

 
 
 
 

Chiusi

Pictures

   
 
 
 

 
 

Chiusi, una veduta della città


 
 

 
 

Chiusi, Piazza Duomo

Chiusi, Piazza Duomo

 
 
 
 

 
 

Chiusi, un vicolo della Città Etrusca

Chiusi, Torre dell'Orologio

 
 
 
 

 
 

Chiusi, Piazza del Comune

Chiusi