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Gli abitanti si chiamano: gaiolesi.

Gaiole in Chianti

 
 

 

Il territorio comunale di Gaiole si adagia nella zona collinare a ridosso delle ultime propaggini meridionali dei monti del Chianti, là dove essi digradano dolcemente verso la Berardenga. L'Arbia ne costituisce in parte il limite occidentale, mentre il torrente Massellone, suo affluente, è il maggior corso d'acqua che lo attraversa. Storicamente il comune di Gaiole corrisponde esattamente per estensione all'omonimo terziere della medioevale "Lega del Chianti", estremo lembo meridionale del contado fiorentino, a ridosso del territorio senese. Che il Chianti sia stato abitato fin da epoca etrusca basta a provarlo la grandiosa tomba di Castellina, oltre al fatto che lo stesso nome della regione sembra dovuto ai suoi primi abitanti storici.
Ricordato per la prima volta verso la fine dell'XI secolo, nasce come luogo di scambio di merci, alla confluenza tra il Barbischio e il Massellone, che si getta più a valle nelle acque dell'Arbia, che in questa zona ha la sua sorgente. Il mercato sorgeva lungo il corso del Massellone, in un ampio spazio adatto ad accogliere genti, bestiame e masserizie. Agli inizi del XV secolo il 'mercatale' si configura già come centro residenziale, con una popolazione dedita ai commerci e alla gestione di empori e botteghe. La popolazione continua a crescere fino a quando, intorno al 1350, si istituzionalizza in vero e proprio Comune, passato sotto Firenze nel 1338 e diventato un terziere della Lega del Chianti insieme a Radda e Castellina.

 

 

 

 

Il centro storico di Gaiole è relativamente recente e non conserva edifici di particolare pregio, ma come per gli altri comuni chiantigiani comprende nel suo territorio numerosi castelli, abbazie, pievi e case coloniche di grande valore artistico, storico e architettonico.
Un fatto fortemente caratterizzante del territorio di Gaiole è costituito dal cospicuo numero di castelli, frutto prima di una forte presenza feudale legata alla consorteria dei Firidolfi, nella quale si inserisce anche l'origine dei Ricasoli, poi delle necessità difensive della repubblica fiorentina. Alcuni di questi castelli sono già ricordati avanti del Mille, o poco dopo, in atti di donazione dei marchesi di Toscana: è il caso di Vertine, di Monteluco a Lecchi, Brolio, Montegrossi. Uno dei punti di maggior forza del sistema feudale era costituito dal Castello di Montegrossi, in posizione tale da dominare non soltanto buona parte del Chianti, ma soprattutto la strada che collegava questa regione col Valdarno Superiore. Proprio per questo i fiorentini lo sottomisero nel 1172 e di lì a poco, con la restaurazione conseguente alla venuta del Barbarossa in Italia, divenne uno dei cardini del sistema di fortificazioni imperiali che, dal Chianti a Fucecchio, doveva controllare la Toscana centrale.

 

La presenza di tanti castelli in questa parte del Chianti che appartiene al territorio comunale di Gaiole non si giustifica soltanto con la forte presenza feudale. In effetti nella zona vennero assai presto a scontrarsi gli interessi dei due più forti comuni della Toscana: Firenze e Siena.
Già nel 1176 il comune fiorentino era riuscito a togliere a quello senese buona parte della regione chiantigiana, fatto che trovò poi conferma nella pace di Fonterutoli del 1201, mentre il lodo di Poggibonsi del 1203 sancirà definitivamente i confini tra le due repubbliche. La "Lega del Chianti", suddivisa nei tre "terzieri" di Radda, Castellina e Gaiole, divenne per Firenze una vera e propria marca di confine, per cui le varie fortificazioni di origine feudale, una volta pervenute sotto il suo controllo, furono potenziate a fini strategici. Altrettanto fece Siena sul suo versante: cosicché si possono individuare nel Chianti meridionale due vere e proprie linee fortificate, una in territorio fiorentino, l'altra in territorio senese. Nel settore di confine corrispondente al "terzo" di Gaiole, in pratica il tratto più lungo, ai castelli senesi di Pieveasciata, Cerreto, Sesta, Cetamura, San Gusmè si contrapponevano quelli fiorentini di Lecchi, Tornano, Cacchiano, Lucignano, Rentennano, Brolio, Monteluco.

 

Per il fatto di appartenere al bacino idrografico dell'Ombrone, al momento della ripartizione della Toscana in dipartimenti durante la dominazione napoleonica, la comunità di Gaiole, come il resto del Chianti storico fiorentino, passò nel Dipartimento d'Ombrone, rimanendo poi nella moderna provincia di Siena.

 

 
 
 
 

 

Il Castello di Brolio e la Badia a Coltibuono sono diventati famosi non solo per il loro straordinario vino, ma anche per storie (o leggende) di fantasmi. A Brolio sembra che di tanto in tanto compaia il fantasma del Barone Bettino Ricasoli, dittatore della Toscana in nome di Vittorio Emanuele II, dopo la cacciata, avvenuta nel 1859, del Granduca Leopoldo II, e per ben due volte presidente del Consiglio dell'Italia unita, nel 1861 e nel 1866. La famiglia Ricasoli ha vissuto in questo luogo fin dal XII secolo. A Bettino il merito di aver 'inventato' la formula del vino Chianti, una prestigiosa miscela di sangiovese, trebbiano, malvasia e canaiolo. Il suo fantasma, si dice, compare su di un cavallo bianco nelle notti di luna piena. Anche Badia a Coltibuono ha i suoi fantasmi. Sono le anime dei monaci benedettini vallombrosani che per sette lunghi secoli (dagli inizi del XII fino al XIX) sono vissuti nell'antica badia. Alcuni contadini del luogo narrano di averli sentiti pregare, in processione, lungo le selve che circondano la villa e la fattoria.

 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Gaiole in Chianti: www.comune.gaiole.si.it

 

  

Cicloturistica Storica su Strade Bianche

 

 
 
 
 

Gaiole in Chianti

Pictures

   
 
 
 

 
 

Gaiole in Chianti, uno scorcio del paese

Gaiole in Chianti, uno scorcio della piazza principale

 
 
 
 

 
 

Gaiole in Chianti, il Duomo

Gaiole in Chianti, interno del Duomo

 
 
 
 

 
 

Gaiole in Chianti, Barbischio


 
 

 
 

Gaiole in Chianti, Pieve di Santa Maria a Spaltenna

Gaiole in Chianti, Pieve di Santa Maria a Spaltenna

 
 
 
 

 
 

Gaiole in Chianti, Pieve di Santa Maria a Spaltenna