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Gli abitanti si chiamano: monteriggionesi.

   
 

Monteriggioni

 

"Però che come sulla cerchia tonda / Monteriggion di torri si corona, / così ['n] la proda che 'l pozzo circonda / torregiavan di mezza la persona / li orribili giganti, cui minaccia / Giove dal cielo ancora quando tona"
 

 
 

 

 
 

 

Così Dante si ricorda di Monteriggioni nel canto XXXI, 40-41 dell'Inferno, qui ebbe la notizia della condanna che nel 1302 lo bandiva da Firenze e lo minacciava di morte qualora si fosse azzardato a rimettere piede nella città natia. Inoltre lo impressionò vivamente la fantastica "radunata" delle torri di Monteriggioni: ben quattordici, che allora erano più alte di quanto non appaiano ai giorni nostri, tanto che Dante li paragonò ai giganti del pozzo di Malebolgie.

 

Caratteristico borgo medievale chiuso nella sua imponente cerchia di mura nerastre, rafforzate da quattordici torri quadrilatere (delle quali 7 sono state rialzate e consolidate, mentre le altre restano ormai quasi a livello del muro di cinta), Monteriggioni ha un profilo inconfondibile: le torri di Monteriggioni appaiono come un favoloso miraggio agli occhi di chi capita da queste parti.

 

Città conosciuta in Italia e nel mondo, in particolare dagli studiosi di letteratura dantesca per quei celebri versi del XXXI canto dell'Inferno, nei quali Dante paragona i Giganti della Fossa di Cocito alle torri che circondano le case del borgo senese. Ancora oggi la visione dantesca si ripete: niente è mutato e le mura, chiuse e intercalate dalle torri, formano una ferrea, grandiosa corona che recinge un poggio dal dolce declivio ricoperto di vigneti. Oltre questo baluardo, l'occhio può scorgere solo la punta di un aguzzo campanile, testimone di vita nella chiostra misteriosa. Il borgo è un'antica e mirabile opera di fortificazione voluta dai Senesi e iniziata nel 1214, con funzione di caposaldo avanzato contro Firenze.

 

Un asse viario principale taglia in due parti il tessuto abitativo, alle cui estremità sono le due porte di accesso: quella volta in direzione di Siena è alla base di una torre, mentre quella verso Firenze si apre nelle mura, a lato però di un'altra torre.
Soltanto una parte dell'interno è occupato dalle abitazioni, che si distribuiscono prevalentemente lungo il tracciato viario principale, sul quale si affaccia anche la Pieve di Santa Maria, un edificio romanico-gotico ad un'unica navata con scarsella terminale.


Monteriggioni è tutto li. Un borgo al sicuro delle mura antiche, con pochissime case, qualche bottega, un ristorante e un albergo. Meta di turisti italiani e stranieri in ogni stagione dell'anno, rivive gli antichi splendori di quando era il castello a difesa della Repubblica di Siena nella suggestiva "Festa di Luglio", quando le stradine e le piazzette del borgo si calano nuovamente in un "Medioevo" della fantasia. Monteriggioni batte allora l'antica moneta e riscopre i sapori acuti della cucina trecentesca.
Indovini, maghi, giocolieri, musici e attori di piazza - in abiti dell'epoca - ricreano un'atmosfera singolare, misteriosa e affascinante, che forse solo questa perla della campagna senese può ancora regalarci.

 

 
 
 
 

 

un po di storia...

 

Fra il III e il II secolo a.C. l'importante centro etrusco che aveva sede nelle vicinanze di Monteriggioni raggiunse la sua massima fioritura: del notevolissimo livello economico e culturale ottenuto danno testimonianza i numerosi reperti archeologici della Necropoli del Casone, culminati nella famosa tomba dei Calisna Sepu. I ricchi corredi funebri rinvenuti hanno denunziato l'influenza culturale non solo di Volterra, ma anche delle lucumonie dell'Etruria meridionale: un'importanza comprensibile, se si tiene presente che già alla fine del VII secolo a.C. doveva esistere un tracciato stradale, usato anche in età romana che si dipartiva da Volterra, si riuniva ad una via proveniente da Vetulonia e Populonia, e tagliava poi la media Valdelsa, per dirigersi infine, attraverso il Chianti, verso la valle dell'Arno.

 

Circa la localizzazione dell'insediamento etrusco di Monteriggioni esiste soltanto una prova indiziaria: un tratto di muro in blocchi di travertino, piuttosto regolari e di piccole dimensioni, che potrebbe essere etrusco o romano, incorporato nel lato nel lato occidentale delle mura di Castiglion Ghinibaldi, località a nord del capoluogo comunale. La vasta necropoli del Casone, così come le tombe rinvenute in numerosi altri luoghi dei dintorni hanno dimostrato che l'insediamento era già attivo in pieno VIII secolo a.C. e che iniziò il suo sviluppo nel corso del secolo seguente, per manifestare un notevole impoverimento economico e culturale, e un presumibile, forte calo demografico nel I secolo d.C., allorché tutta la Valdelsa andò incontro a un irreversibile processo di decadenza legata al "tracollo economico e demografico" di Volterra, coinvolta e dissanguata dalle guerre civili, tra il secondo e il terzo decennio del I secolo a.C..

Nell'Alto Medioevo, alla fine della dominazione longobarda, la situazione accenna a cambiare, e ancora una volta il merito va attribuito alla viabilità. La Valdelsa era infatti attraversata dalla via Francigena, la nuova importante arteria usata in alternativa alle vecchie consolari romane, ormai in gran parte impraticabili, per i collegamenti tra l'Italia subappenninica e la Padania. Nel quadro della ripresa economica e demografica che interessa i centri valdelsani toccati dalla via si colloca il prodigioso rifiorire di questa zona, che tornerà a popolarsi e a costellarsi di numerosi nuovi insediamenti. A testimonianza dell'antichità di questo fenomeno di rinascita, il territorio ha conservato, in alcune località ricordate sin dal X secolo, strutture architettoniche almeno in parte riferibili all'Alto Medioevo, come la vetusta chiesa plebana di Castello e la Badia a Isola.

La Badia a Isola fu fondata nel 1001 dai nobili di Staggia (la contessa Ava, vedova di Ildebrando, ed i suoi figli Tegrimo e Berizio), in prossimità di quel Borgonuovo ricordato come tappa della via Francigena nei più antichi itinerari della fine del X secolo. Dedicata a San Salvatore, l'abbazia ebbe aggiunto l'appellativo "a Isola" per il fatto di trovarsi in una zona leggermente più elevata rispetto alla restante area pianeggiante, allora in parte impaludata. Nata come monastero privato, con obbligo degli abati di ricevere l'investitura dai fondatori, l'abbazia in seguito raggiunse la piena autonomia istituzionale ed economica, in concomitanza con l'estinguersi della dinastia dei nobili di Staggia. Col XII secolo iniziò il periodo di massima fioritura del monastero che si protrasse sino al Duecento inoltrato, dando luogo ad una notevole espansione patrimoniale dell'abbazia, che giungerà a possedere terre e castelli in tutta l'area compresa tra il monte Maggio e la valle del torrente Staggia.

Tra le principali terre e castelli posseduti dai monaci dell'abbazia furono Strove, Castiglion Ghinibaldi, Montauto, Montemaggio, Scorciano e la stessa Staggia, che successivamente con altri castelli, verrà data in concessione feudale ai Soarzi. Nello stesso periodo facevano la loro comparsa nella zona i senesi, nel cui contado, peraltro, rientrava il versante orientale del monte Maggio. I senesi, con giuramenti di fedeltà e impegni di tutela, ottennero sia dai Soarzi che dai monaci dell'abbazia il riconoscimento della loro sovranità, naturalmente in funzione antifiorentina, dato che nella zona confinavano i distretti di Firenze, Siena e Poggibonsi. Nel corso del Duecento, nonostante continuasse l'arricchimento patrimoniale dell'abbazia, i monaci persero il loro potere giurisdizionale sui castelli posseduti, di contro al rafforzamento del dominio senese che si fece sempre più incisivo e giunse, nella seconda decade del secolo, a fortificare e colonizzare il poggio di Monteriggioni, creando così un formidabile strumento di guerra, vero e proprio baluardo di frontiera.

 


 
 
 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Monteriggioni: www.comune.monteriggioni.si.it

 

 

 

 
 
 
 

Monteriggioni

Pictures

   
 
 
 

 
 

Monteriggioni

 
 
 
 

 
 

Moteriggioni, Porta Franca o Romea, volta verso Siena

Monteriggioni, Porta S. Giovanni  o Fiorentina, volta verso Firenze

 
 
 
 

 
 

Monteriggioni, Piazza Roma

Monteriggioni, Porta Romea vista dalla piazza

 
 
 
 

 
 

Monteriggioni, Pieve di Santa Maria

Monteriggioni, Pieve di Santa Maria

 
 
 
 

 
 

Monteriggioni, Piazza Roma

Monteriggioni, Piazza Roma

 
 
 
 

 
 

Monteriggioni, Piazza Roma