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Gli abitanti si chiamano: trequandini. |
Trequanda |
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Oscura è l'origine del toponimo Trequanda, che taluni fanno derivare da terra quandam, altri dal nome dell'eroe etrusco Tarkun, Tarconte, più che altro sulla base di una certa assonanza tra i due vocaboli e per l'esistenza di numerose altre testimonianze dell'antichità che il territorio conserva a livello toponomastico, riferendoci sia ai nomi di luogo per i quali può essere prospettata una derivazione etrusca (Cennano, Sicilie, Tena).
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Le prime notizie scritte (inizio del
Duecento) ci presentano Trequanda tra i castelli posti sotto la signoria
degli Scialenghi Cacciaconti. Altre modificazioni territoriali si ebbero nel 1833, allorché fu riunito a Trequanda il "popolo" di Castelmuzio, e, dopo l'Unità d'Italia, con la costituzione dell'odierno comune, che venne privato delle frazioni di Montisi e Montelifré.
L'abitato è disposto intorno all'antico Castello dei Cacciaconti, di cui sono ancora leggibili le mura con le tre porte di accesso, Porta a Sole, Porta a Leccio e Porta Buggea, e la Rocca, a pianta trapezoidale, innestata alla cinta muraria. All'interno emerge la duecentesca Chiesa dei Santi Pietro e Andrea: una costruzione romanico-gotica, con pianta a croce latina, la cui facciata è rivestita a bozze di pietra bianche e giallo-brunicce che formano un singolare motivo a scacchiera. La chiesa, coperta con ampie volte a crociera costolonate, conserva un trittico di Giovanni di Paolo ed alcuni affreschi quattro-cinquecenteschi, tra cui una Trasfigurazione del Sodoma, una Madonna con Bambino in terracotta attribuita al Sansovino.
A circa due chilometri
da Trequanda, lungo l'antica strada che collegava Chiusi a Siena
transitando per Asciano, il toponimo Podere La Pieve segna il luogo dove
era la vetusta plebes S. Andreae in Malcenis; alcune archeggiature e un
fonte battesimale a immersione, già usato per abbeveratoio,
rappresentano le uniche testimonianze dell'edificio plebano, ricordato
sin dall'VIII secolo nella controversia che vide di fronte, per secoli,
i vescovi di Siena ed Arezzo per il possesso di diciannove chiese
battesimali ai confini tra le due diocesi.
Gli Scialenghi Cacciaconti possedevano nel distretto di Trequanda altri due castelli: Petroio e Castelmuzio. Il primo, ricordato sin dal 1166 tra le località di pertinenza di quella consorteria comitale, già sul finire del XII secolo appare in qualche modo sottomesso al dominio senese, che si realizzerà però compiutamente a metà del Duecento, con l'insediamento di un castellano di nomina cittadina. Tipico insediamento di altura, Petroio, oltre ai resti di un'ampia Cinta muraria che racchiudeva tutto l'abitato, conserva, al vertice della collina su cui risiede, due Torri ed alcuni Edifici duecenteschi che si caratterizzano per l'accuratezza del loro rivestimento murario a filaretti. A Petroio nacque fra Brandano (al secolo Bartolomeo Carosi), morto nel 1554, famoso per le sue profezie e per i suoi detti, entrati a far parte del patrimonio culturale del mondo contadino.
Chiamato in passato "Castel Moczo" e divenuto poi, letterariamente, "Castel-Muzi" (anche se non si può escludere del tutto una originaria derivazione dal personale latino Muttius), Castelmuzio, dopo essere passato dagli Scialenghi al comune di Siena, divenne possesso patrimoniale del senese "Spedale della Scala", che vi acquisì anche diritti giurisdizionali, in seguito venduti ai Piccolomini.
L'attuale
frazione del comune di Trequanda nella disposizione degli edifici che
compongono l'abitato ha conservato il ricordo della sua struttura
castellana, peraltro testimoniata da residui della cerchia muraria.
Nella chiesa del castello fu trasferita da Pio II la sede battesimale,
già posta nell'antica Pieve di Santo Stefano a Cennano, ancora esistente
a circa un chilometro dal paese. |
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Trequanda Pictures |
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Trequanda |
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Trequanda, una veduta panoramica del borgo |
Trequanda, il torrione del Castello dei Cacciaconti |
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Trequanda, Porta al Leccio |
Trequanda, Porta al Sole |
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Trequanda, uno scorcio del borgo |
Trequanda, uno scorcio del borgo |
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Trequanda, uno scorcio del borgo |
Trequanda, uno scorcio del borgo |
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Trequanda, la Chiesa dei Santi Pietro e Andrea |
Trequanda, la Chiesa dei Santi Pietro e Andrea |
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Trequanda, la torre campanaria |
Trequanda, la torre campanaria |
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Trequanda, uno scorcio del borgo |
Trequanda, un tratto delle mura |
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Trequanda, uno scorcio del borgo |
Trequanda, uno scorcio del borgo |
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Trequanda, una veduta panoramica della frazione di Castelmuzio |
Trequanda, la Pieve di Santo Stefano a Cennano a Castelmuzio |
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Trequanda, la Pieve di Santo Stefano a Cennano a Castelmuzio |
Trequanda, la Pieve di Santo Stefano a Cennano a Castelmuzio |
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Trequanda, veduta sulla Val d'Asso |
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