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Gli abitanti si chiamano: torritesi.

Torrita di Siena

 
 

 

Nei pressi di Manliana, mansio se non della via Cassia Adrianea, almeno di una sua importante diramazione per Siena, sorse nell'Alto Medioevo la primitiva chiesa plebana di Torrita, ricordata nell'VIII secolo nella controversia tra i vescovi di Siena ed Arezzo, come "plebes S. Gostantii de Scanello".
L'antica pieve, ormai scomparsa si trovava nelle immediate vicinanze di Torrita, ove attualmente è la Chiesa della Madonna dell'Olivo, intorno al quale permangono significativi toponimi quali "Pieve", "Scianellone", "Scianellino".
Con l'abbandono della via Cassia e col mutare delle modalità di insediamento, sorse e si sviluppò, sulla collina a est della pieve, il Castello di Torrita.

Nella prima metà dell'XI secolo, epoca alla quale risalgono i ricordi più antichi, la curtis (probabilmente fortificata) di Torrita risulta compresa tra i possedimenti dell'Abbazia di Sant'Antimo.

All'inizio del Duecento il castello appare invece come pertinenza degli Scialenghi Cacciaconti, anche se già soggetto alla sovranità politica di Siena; alla stessa epoca risalgono le prime manifestazioni di un'autonoma organizzazione comunale dei terrazzani di Torrita.

 

 

 

 

Trovandosi ai confini del contado senese l'importante castello fu spesso coinvolto in fatti di guerra, inizialmente perché disputato ai senesi dal Comune di Montepulciano, in seguito a causa di lotte tra fazioni locali (i Busgiadro e i Cacciaconti di Guardavalle), che generarono vere e proprie ribellioni all'autorità di Siena.
Apparteneva alla consorteria dei Cacciaconti il famigerato Ghino di Tacco, ricordato anche da Dante ("Purgatorio", canto VI), che sul finire del XIII secolo proseguì la ribellione contro Siena con imprese banditesche condotte dal suo rifugio in Radicofani.

Torrita ed il suo territorio ebbero poi a subire devastazioni nel 1322-1323 dal ribelle Deo Tolomei, che si impadronì del castello; nel 1383, dal capitano di ventura Boldrino da Panicale; infine nel 1553 durante la "guerra di Siena".

Annessa al Granducato di Toscana, Torrita andò a costituire, col vicino Castello di Montefollonico, un'unica podesteria, che nel 1777, con le riforme amministrative realizzate dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, si trasformò nell'omonima comunità, senza variazioni nella circoscrizione territoriale, presso a poco la stessa ereditata dall'odierno comune.

 

La cinta ellittica delle mura in mattoni è in gran parte ancora conservata, anche se in molti punti è ormai totalmente ripresa o rimaneggiata da essere quasi illeggibile e ciò specialmente nel lato Sud-Est, per quanto da questa parte essa sia in gran parte libera e con una strada che ci corre sopra ; viceversa nel lato Nord-Ovest, dove le mura sono state costantemente utilizzate come basamento di case costruitevi sopra, non solo è discretamente conservato il loro paramento, ma anche, per lungo tratto alla loro sommità originaria, il coronamento ad archetti su mensole a piramide rovescia di mattoni aggettanti, che si svolge su due altezze diverse.

Da esse sporgono varie torri rettangolari di differente altezza e dimensione, raggruppate presso le due estremità ; la torre presso la porta Nord-Est e quella dell''angolo Ovest hanno la base a scarpa, sormontata da cordone in pietra e quest'ultima ha anche un coronamento ad archetti analogo a quello delle mura di Nord-Ovest.

Si conservano ancora le quattro porte disposte alle estremità ed a metà dei lati lunghi; tutte sono state più o meno rifatte e rimaneggiate ; soltanto quelle dì Nord-Ovest e Nord-Est conservano l'arco originario; quest'ultima, pur profondamente deturpata nella parte alta, soprattutto all'esterno, conserva all'interno un'apertura ad arco sopra la porta e inoltre il portone di legno originario, nonché lo stipite sinistro di un antiporto, addossato alla torre adiacente.

 

 
 
 
 

 

Ogni anno a Torrita di Siena si svolge il Palio dei somari, la domenica successiva al 19 marzo, festa di San Giuseppe, tra le otto contrade in cui è diviso il paese (Porta a Pago, Porta a Sole, Porta a Gavina, Porta Nova, Cavone, Le Fonti, Stazione e Refenero). Il primo Palio fu corso nel 1966 per iniziativa di alcuni torritesi che vollero far nascere una festa in onore di San Giuseppe e che decisero di usare i somari per dare alla festa un sapore genuino.
La giornata inizia con la Messa di benedizione, a cui segue la sbandierata in piazza e il corteo per le vie del centro storico, cui prendono parte dame, alfieri, sbandieratori, tamburini e altre figure. Alla sera la gara. Prima della corsa otto somari vengono sorteggiati alle rispettive contrade, che disputano quattro batterie eliminatorie e una di recupero. La corsa finale è disputata da cinque contrade con i 'ciuchi' che, lanciati al galoppo, danno vita a un'imprevedibile corsa di tre giri nella quale accade di tutto.

 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Torrita di Siena: www.comune.torrita.siena.it

 

 

 
 
 
 

Torrita di Siena

Pictures

   
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, sullo sfondo Sinalunga

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, Porta a Sole

Torrita di Siena, Porta a Pago

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, Porta a Gavina

Torrita di Siena, Porta Nuova

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, uno scorcio del centro storico

Torrita di Siena, uno scorcio del centro storico

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, uno scorcio del centro storico

Torrita di Siena, Palazzo Pretorio

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, il Palazzo Pretorio e la Pieve delle Sante Flora e Lucilla

Torrita di Siena

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, la Chiesa della Santissima Annunziata

Torrita di Siena, uno scorcio del centro storico

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, Porta a Gavina, vista interna alle mura

Torrita di Siena, uno scorcio della parte superiore di Porta a Gavina

 
 
 
 

 
 

Torrita di Siena, uno scorcio del centro storico

Torrita di Siena