Miniere di Lilliano |
Villa medicea di Lilliano |
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Lignite |
Nelle colline argillose che circondano Siena furono
coltivate, a partire dalla fine dell' 800 e soprattutto dai primi del
'900, decine di miniere di lignite, grandi e piccole.
Il giacimento, formato in ambienti lacustri del Messiniano (Miocene superiore), consiste in quattro banchi di lignite alternati ad argille. La lignite fu raggiunta con diversi livelli di gallerie e portata con una teleferica alla stazione di Castellina Scalo dove c'era uno stabilimento di distillazione e carbonizzazione oggi scomparso, ma era per lo più utilizzata nella zona dopo una breve asciugatura dato che conteneva molta acqua e, se spedita, i grossi pezzi arrivavano frantumati con conseguente deprezzamento.
Queste stime risalgono agli anni '70, quando il
Comitato Nazionale Energia Nucleare fece delle ricerche: infatti i
giacimenti di lignite possono contenere uranio grazie alla capacità
della sostanza organica di assorbirlo dalle soluzioni circolanti che
l'attraversano, ma furono trovate solo basse concentrazioni, per un
totale stimato di 117 t di U3O8 a Lilliano e 33 t a Pianella. La lignite possiede un'umidità relativa piuttosto elevata, mediamente superiore al 21%, e la sua carbonificazione non è mai del tutto completa; ciò ne fa un combustibile di limitato pregio. In Germania, con legge dell'agosto 2020, è stata decisa la chiusura definitiva di 30 impianti a lignite appartenenti a RWE e a LEAG tra il 2020 e il 2038.
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Lignite |
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Lignite-a |
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Lignite-b |
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Legno fossile |