Le crete sono terre argillose molto
friabili e dunque soggette al fenomeno delle erosioni.
Venti e piogge, uomini e greggi, hanno disegnato nei secoli un
paesaggio che ha le forme delle sensazioni e comunica con la forza
delle emozioni.
Nelle Crete la terra lavorata dall'uomo fa da sfondo a strade
(bellissime quelle bianche) che seguono il sinuoso andamento del
territorio correndo sulla cresta di colline e toccando antiche
fattorie e piccoli borghi medievali.
Siena dista dalla crete qualche chilometro e centinaia di curve e,
di tanto in tanto, appare all'orizzonte il suo profilo turrito.
Tra le onde di questo mare di terra si ergono castelli e roccaforti
ma i muri più diffusi sono quelli dei poderi, costruzioni semplici
dalle spalle forti testimoni di un'importante civiltà contadina.
L'area delle crete che si sviluppa intorno ad Asciano è stata per
secoli il granaio di Siena, la vita si svolgeva intorno ai poderi,
costruzioni isolate nella campagna dove intere famiglie si
dedicavano alla lavorazione dei campi. I contadini hanno curato per
secoli l'equilibrio e la bellezza del paesaggio basato sulle
principali colture come grano, vite e olivo. Negli anni '60 con la
fine della mezzadria comincia l'abbandono delle campagne compensato
in parte dalla vera e propria immigrazione dei pastori sardi che
importano in terra di Toscana la cultura del pecorino.
Ancora oggi uomini e greggi popolano le colline delle Crete che
diventano un paesaggio surreale nei pressi di Chiusure e
dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore dove l'argilla, modellata
dall'azione dell'acqua e del vento, disegna spettacolari calanchi,
ferite aperte di una terra tanto aspra quanto dolce.
Antico villaggio alla sommità del
quale sopravvivono resti rimaneggiati di un antico castello facente
parte dell'antica parrocchia di S. Angelo in Luco, Chiusure, si
trova sopra una elevata e instabile piaggia, in passato coperta di
boscaglie, in mezzo alle quali fu eretto il monastero del Monte
Oliveto maggiore, che si trova a circa un chilometro di distanza.
L'antichità di questo insediamento è
testimoniata dal fatto che la sua chiesa di S. Angelo in Luco al
principio del secolo VIII, fu oggetto di contesa fra i vescovi di
Siena e di Arezzo. Essa è poi menzionata nella bolla di approvazione
della Congregazione degli Olivetani, e del loro monastero maggiore,
dove si dice questo è fondato nel distretto della parrocchia di S.
Michele in Luco. Da alcune vecchie memorie senesi, risulta che
Antonio di Meo Tolomei comprò Chiusure nel 1333. Risulta superfluo
aggiungere che il fondatore della Congregazione di Monte Oliveto
apparteneva alla stessa famiglia senese dei Tolomei, e che selvoso
era il poggio di Acona, dove fu eretto il primo eremo.
La strada principale, affiancata da vecchie case in cotto, sale
ripidamente verso il vetusto cassero (ora adibito a casa di riposo),
davanti al quale, sull'altopiano degli antichi bastioni, è stata
ricavata una terrazza-giardino con grandi lecci. Il panorama è vasto
sugli spettacolari calanchi del territorio tipico delle Crete, con
il profilo della grande abbazia di Monte Oliveto Maggiore in primo
piano.
|