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Gli abitanti si chiamano: casolesi.

Casole d'Elsa

 
 

 

Numerosissimi ritrovamenti, avvenuti soprattutto nell'area compresa tra Gracciano, Casole, Mensano e Monteriggioni, attestano un'assai consistente presenza umana nel territorio fin dalla preistoria, ma soprattutto durante tutto l'arco del periodo etrusco ed in epoca romana, fatto oltretutto ampiamente confermato dalla toponomastica. La facies culturale dimostra che la zona ricadeva sotto il dominio di Volterra, dipendenza del resto confermata dalla delimitazione diocesana medioevale.

Appare ormai certo che la zona fu interessata dalla viabilità che da Volterra, risalendo la valle dell'Elsa per poi scendere a Rosia, conduceva ad Arezzo, Chiusi ed alla Toscana meridionale.

Il territorio di Casole occupa non solo la parte iniziale della valle dell'Elsa - che pure nasce nel comune di Sovicille -, spingendosi fino alla Montagnola (Pietralata, Marmoraia), ma nel suo lembo meridionale sconfina, declinando, in val di Merse (Cotorniano), mentre a ovest di Mensano (Monteguidi) si estende anche nella valle della Cecina, che per un certo tratto rappresenta il confine comunale.

Nella seconda metà del Cinquecento, nel quadro organizzativo dello Stato di Siena, troviamo Casole sede di un capitanato che, rispetto alla attuale estensione comunale, comprendeva in più Pernina e Radi, ora nel comune di Sovicille, e Belforte e Radicondoli, ora compresi nel comune di cui quest'ultima località è capoluogo.

 

 

 

 

Casole d'Elsa, il castello destinato a sopravanzare tutti gli altri, è ricordato fin dall'inizio dell'XI secolo come importante fortificazione dei vescovi di Volterra. Doveva sorgere presso la pieve, probabilmente in corrispondenza dell'attuale cassero (ora Palazzo comunale) che fu riedificato dai senesi intorno al 1360, sotto la direzione di Francesco di Vannuccio, nelle forme tipiche dell'architettura militare di Siena e del suo territorio.
La relativa lontananza da Volterra, con il conseguente vuoto di potere, il faticoso equilibrio tra Firenze e Siena, che in Valdelsa si contendevano una linea di confine, la presenza della via Francigena, veicolo di scambi culturali e commerciali, furono elementi che, oltre a determinare un consistente sviluppo demografico ed economico, favorirono un notevole margine di autonomia a non pochi centri del contado volterrano (San Gimignano, Colle).


Anche Casole, seppur in proporzioni minori, riuscì a gestire una qualche autonomia e, all'inizio del Duecento, è documentata la costituzione di un organismo comunale, con un podestà e un consiglio di Anziani, se non addirittura con una propria elaborazione di statuti. Col declinare dell'autorità del vescovo di Volterra crebbe anche l'ingerenza di Siena su Casole che, dopo una breve occupazione fiorentina, passò definitivamente sotto il dominio senese a seguito della vittoria di Montaperti (1260).


Data la sua posizione di baluardo di confine, i Senesi si preoccuparono naturalmente di rafforzare le fortificazioni di Casole, che però, malgrado tale importanza strategica, subirono un forte deteriora mento nel corso del '400, tanto che una petizione inviata a Siena dagli abitanti del borgo sottolineò come le sue mura fossero in parte «debilissime e fracide». Fu così deciso un intervento, realizzato nel 1481 dall'architetto Francesco di Giorgio, che ebbe l'incarico di potenziare tutte le fortificazioni, e fu proprio grazie a questi lavori che Casole potè opporre una forte resistenza alle truppe imperiali e fiorentine durante la guerra del 1554. Le antiche mura segnano ancora oggi i contorni del paese, diviso al centro dalla via principale, che un tempo metteva in comunicazione Porta Rivellino, a sud, con Porta ai Frati, a nord; due porte che non esistono più.

 

 
 
 
 

 

Il Palio di Casole; sull'origine di questa manifestazione le notizie sono incerte. Nello Statuto del Comune, compilato nel 1662 su un originale del 1492, non compaiono note sul Palio, come anche nei documenti che vanno dal 1555 agli inizi dell'800. La corsa, con tutta probabilità, non era altro che una gara giocata tra le fattorie della zona e solo in tempi più recenti la festa contadina si è trasformata in celebrazione. Il Palio, ripristinato nella forma attuale nel 1976, fu corso in quell'anno a Loreto, in una pista diversa da quella attuale. Non avendo notizie certe sul numero di palii corsi in precedenza, quello del 76 fu considerato il centounesimo, e da allora è ripresa la numerazione. Il Palio viene corso la seconda domenica di luglio in onore di Sant'Isidoro, protettore degli agricoltori, venerato a Casole fin dal '600. Unica corsa 'alla lunga' rimasta nei dintorni di Siena, si disputa sullo stradone che fiancheggia il paese per circa un chilometro di salita, fino alle vicinanze della Chiesa di San Niccolo. Le contrade sono sei: Cavallano, Rivellino, Pievalle, Casole Campagna, il Merlo e Monteguidi. Nel pomeriggio del sabato che precede la corsa si disputano le batterie di qualificazione; i cavalli vincenti, già abbinati a un fantino, vengono sorteggiati tra le contrade. La domenica successiva è il giorno della festa, alla quale sono collegate manifestazioni culturali, mostre e fiere con gran finale pirotecnico.

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Casole d'Elsa: www.casole.it

 

 
 
 
 

Casole d'Elsa

Pictures

   
 
 
 

 
 

Casole d'Elsa, un panorama del borgo

Casole d'Elsa, uno scorcio del borgo

 
 
 
 

 
 

Casole d'Elsa, uno scorcio del borgo

Casole d'Elsa, una delle torri circolari

 
 
 
 

 
 

Casole d'Elsa, la Collegiata di Santa Maria Assunta

Casole d'Elsa, facciata del Palazzo Pretorio

 
 
 
 

 
 

Casole d'Elsa, la Rocca sede municipale

Casole d'Elsa, la Rocca interno

 
 
 
 

 
 

Casole d'Elsa