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La storia di Siena in un dolcetto: i ricciarelli
Anticamente erano chiamati “marzapanetti alla senese” o “morselletti” e
la loro lavorazione avveniva nei conventi o nelle botteghe degli
speziali (le farmacie di un tempo), unici luoghi nei quali potevano
essere recuperate le spezie e gli aromi indispensabili per dare profumo
e conservare i cibi. Fin dal XV secolo esistevano dei dolci simili, chiamati "morselletti", che significa piccolo morso e quindi indicava un bocconcino particolarmente delicato, fatto di mandorle, zucchero, miele, uova, cannella e noce moscata. Il nome "ricciarello" in forma scritta compare per la prima volta solo nel XIX secolo, e forse si riferisce ad una antica forma arricciata. Una leggenda dell'epoca narra infatti che Ricciardetto della Gherardesca, tornato dalle crociate, portò questi dolci arricciati come le barbucce dei sultani. A testimonianza della tradizione di questo prodotto, sono visibili ancora oggi antiche spezierie nei pressi di Piazza del Campo di Siena che conservano soffitti affrescati con scritte in oro inneggianti a Ricciarelli, Panforti e altri dolci tipici locali lavorati nelle antiche botteghe.
I ricciarelli sono un dolce tipico senese a base di mandorle, zucchero, albume d'uovo, si sono poi evoluti in varianti arricchite con cioccolato in superficie. Attualmente sono apprezzati soprattutto come dolce natalizio. Si consumano con vini da dessert, in particolare con Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva e con Vin santo toscano. I Ricciarelli di Siena sono stati dei pionieri nel mondo dei dolci: sono i primi prodotti dolciari in assoluto ad ottenere dall’ U.E. il marchio IGP (indicazione geografica protetta) nel 2010. Il Disciplinare che regola la loro produzione e vendita da informazioni anche riguardo al logo dei Ricciarelli che, in qualche modo parla anche di Siena e della sua storia medievale. Che siano venduti singolarmente o in un formato pluripezzo, se si vuole esser certi di aver acquistato gli originali dolcetti bisogna guardare con attenzione l’etichetta. La confezione degli autentici ricciarelli sarà sempre riconoscibile dal logo che riporta uno scudo bianco e nero ( i colori della città) circondato da un drappo rosso e dall’iscrizione del nome del prodotto: Ricciarelli di Siena.
La ricetta dei ricciarelli di Siena. Nella sua Scienza in cucina e arte del mangiar bene del 1891 il fiorentino Pellegrino Artusi, l’artefice dell’unità gastronomica italiana, tra i dolci senesi indica i tradizionali ricciarelli. La voce autorevole dell’Artusi spiega che gli ingredienti alla base dei fragranti pasticcini toscani sono solo tre: mandorle, zucchero e albume d’uovo con l’aggiunta finale di quello che lui definisce odore di buccia d’arancia.
La ricetta originale
dei ricciarelli senesi prevede queste quantità per la
preparazione di 16/18 dolcetti:
Se manca anche uno solo di questi ingredienti non si può procedere alla realizzazione della ricetta, ma se invece si è amanti delle spezie e della sperimentazione in cucina si può aggiungere all’impasto di base miele millefiori, aroma di vaniglia, mandorle amare.
Per la realizzazione
dei ricciarelli, il ricettario dell’Artusi consiglia di
procedere in questo modo:
6- I dolcetti devono essere poi sistemati su una
teglia dove è stato posto uno strato di ostia (quella che Artusi chiama
cialda) e cuocerli a forno moderato dopo una generosa spolverata di
zucchero a velo.
Segni particolari dei ricciarelli: morbidezza e
candore. I dolcetti sono totalmente privi di farina, quindi dalla
consistenza particolarmente soffice e perfetti per i golosi intolleranti
al glutine. All’aspetto l’impasto appare bianchissimo: i ricciarelli
infatti vengono cosparsi di zucchero a velo prima e non dopo la cottura.
Uno degli abbinamenti più famosi per degustare felicemente i ricciarelli
è quello col vinsanto, l’altro simbolo per eccellenza dell’enologia
toscana.
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