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Bettolle |
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Bettolle e le sue origini
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paese di Bettolle risale con tutta probabilità all'epoca delle Lucumonie
(Giurisdizioni) etrusche prima, ed ai Pagi romani (distretti rurali)
poi. |
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Le più antiche testimonianze archeologiche rinvenute nel territorio di Bettolle risalgono ad età eneolitica, documentate da alcune asce ed un pugnaletto pertinenti verosimilmente a sepolture messe in luce in località Monte Maggiore. Dallo stesso luogo proviene anche un gruppo di strumenti litici, conservati nella collezione Passerini, riferibile ad un'industria povera e scarsa di tipi. Tali ritrovamenti sono l'indizio dell'esistenza di un villaggio ubicato su una collina a nord di Bettolle, che doveva sfruttare le fertili terre del fondovalle alla foce del torrente Esse nel Clanis.
L'insediamento etrusco di Bettolle doveva essere più a sud rispetto a quello preistorico, occupando lo stesso sito del centro moderno; una conferma a tale ipotesi si può ricavare dalla segnalazione dello Helbig nel 1879 dell'esistenza in due distinte località, purtroppo non meglio specificate, di strutture datate ad età etrusca, oltre al ritrovamento nel 1954 di una kylix etrusca a figure rosse attribuita al pittore di Spina. Se la coppa costituisce un indizio sicuro di una frequentazione del sito di Bettolle nel IV secolo a. C, le tombe del VI sec. a. C. scavate nelle immediate vicinanze dell'attuale centro urbano testimoniano che la località era sede di un abitato già in età arcaica. Le tombe più antiche hanno restituito ceramiche etrusco-corinzie e vasi di bucchero decorato a stampo da riferire a produzione chiusina; tuttavia non si dovrà escludere l'esistenza di botteghe locali. La fioritura di questo abitato etrusco è da ricollegare alla posizione strategica della collina (m. 308 slm.) di Bettolle rispetto al Clanis; inoltre lo stretto rapporto dell'abitato antico con il fiume, già evidente per la posizione su un promontorio isolato, ben difendibile e leggermente arretrato rispetto alla foce del Foenna nel Clanis, si dimostra con migliori argomentazioni considerando l'ubicazione delle necropoli scavate nel secolo scorso. A nord le ricche sepolture di Quercia Caffera dovevano sorgere lungo un itinerario che collegava Bettolle ai centri di Foiano e Marciano, dal quale probabilmente si diramava un diverticolo che scendeva verso il fiume, dove appare ragionevole ipotizzare l'esistenza di un approdo e di un traghetto, che forse possiamo restituire in località Porto Vecchio. Come è noto il Clanis antico era navigabile e tale circostanza contribuì alla ricchezza dell'abitato di Bettolle, nonché ai facili rapporti con Chiusi, dal cui mercato dovettero giungere le numerose oreficerie, i piccoli scrigni in osso di fabbrica vulcente, e le prestigiose ceramiche attiche a figure nere e a figure rosse scoperte nelle tombe di Quercia Caffera e della Villa Passerini. Tali oggetti evidenziano la presenza di una ricca aristocrazia dai gusti ellenizzati che ostenta nei propri corredi tombali anche vasellame bronzeo come oinochoai di tipo rodio. A tale proposito appare significativa la concentrazione in questo territorio di alcuni grandi vasi etruschi a figure rosse uno dei quali, inedito, (proveniente da Bettolle) potrebbe contribuire a rafforzare l'ipotesi della "localizzazione in quest'area di piccole fabbriche che operano ispirandosi a modelli attici del periodo classico".
La presenza di cospicue famiglie aristocratiche è testimoniata ancora nel IV sec. a. C. dalla tomba della gens heimni, imparentata per vincoli matrimoniali con la gens cilnia di Arezzo, come testimonia una bella urna bisome recante sul coperchio la coppia nuziale sul lectus genialis. Inoltre ancora nella seconda metà del secolo sono documentate ceramiche sovradipinte del Sokra Group a testimoniare i facili contatti con il mondo falisco. La ricchezza di queste famiglie derivava da un sapiente sfruttamento agricolo della fertilissima Val di Chiana e verosimilmente delle stesse zone acquitrinose ricordate da Strabone per la coltivazione del papiro; ulteriore fonte di arricchimento doveva venire dalla pesca, come ricordano gli autori antichi. Ancora in età ellenistica le necropoli si collocano a poca distanza dagli itinerari, come documentato dalle tombe in località Belvedere e da quella messa in luce al Casato, con urne fittili decorate a stampo di tipo chiusino e olle cinerarie pertinenti alla famiglia dei Tite. Anche tale necropoli era posta lungo una direttrice viaria che scendeva verso il Clanis a testimoniare ancora una volta la grande importanza della navigazione fluviale, come sarà documentato dalla presenza di un naupe(gus), ovvero di un ingegnere navale o di un costruttori di navi, in una iscrizione chiusina del I secolo a. C..
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Bisogna attendere l'anno 1014 per avere delle fonti certe che documentino il nome di Bettolle. Infatti, in quell'anno l'imperatore Enrico II concesse all'Abate Martino di Farneta il possedimento della "Villa di Bettolle" (ovvero un piccolo centro abitato composto di poche famiglie).
Il nome di Bettolle ritorna alla luce in un documento successivo che risale al giugno 1040, anno in cui il conte Walfredo di Arezzo offrì alla Canonica di San Martino di Rigomagno certi beni nel "Casale Betula". Questo piccolo villaggio, a cui probabilmente dettero il nome le Betulle (ontani), si trasformo intorno al 1100 in un forte castello (Castrum Betullarum), quando divenne feudo di un ramo della famiglia Cacciaconti, signori di Asinalunga. Intorno al 1266, il governo di Siena mandò un Podestà a reggere annualmente Bettolle, anche se la famiglia Cacciaconti conservò i beni terrieri. Fu proprio con l'arrivo del Podestà, che il "Comune di Bettolle" mosse i primi passi verso una vera organizzazione economica di tipo rurale, avendo come punto di riferimento politico-sociale e religioso, il castello con le mura, la piazza e la chiesa.
Intorno al 1330 la Repubblica Senese ordinò i primi lavori idraulici affinché la palustre pianura di Bettolle fosse bonificata e resa fertile. I lavori furono poi proseguiti, sotto il governo Mediceo e terminati, con un sistema più regolare, cosiddetto delle "colmate" da Pietro Leopoldo nella seconda metà del 700. Egli si avvalse dell'opera dell'Ing. idraulico Vittorio Fossombroni di Arezzo, chiamato alla guida dei lavori intorno al 1788. L'incarico, affidato successivamente al Manetti intorno al 1830, fu pressoché risolutivo perché i lavori trovarono un punto di equilibrio tra lo sbassamento del Canale Maestro e la colmata dei terreni. |
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Bettolle Pictures |
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Bettolle |
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Bettolle, vista panoramica da est |
Bettolle, vista panoramica da ovest |
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Bettolle, vista panoramica da sud-ovest |
Bettolle, vista panoramica da nord |
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Bettolle, uno scorcio del centro storico |
Bettolle, uno scorcio del centro storico |
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Bettolle, l'acquedotto |
Bettolle, campanile della chiesa di san Cristoforo |
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Bettolle, uno scorcio del centro storico |
Bettolle, uno scorcio del centro storico |
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Bettolle, chiesa di San Cristoforo |
Bettolle, uno scorcio del centro storico |
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Bettolle, piazza Garibaldi |
Bettolle, Palazzo di Fattoria Puccio |
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Bettolle, via Cassia |
Bettolle, monumento a Ezio Marchi |
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Bettolle, uno scorcio del centro storico |
Bettolle, uno scorcio del centro storico |
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Bettolle, cantine di Palazzo Puccio |
Bettolle, cantine di Palazzo Puccio |
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