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Le colline del
Chianti
Territorio collinare compreso tra Siena e Firenze,
il Chianti, è considerato il cuore della Toscana, noto per i suoi
paesaggi agrari, per i numerosi insediamenti dal carattere sparso, ma
sopratutto per la produzione del vino rosso omonimo, distribuito e
apprezzato in tutto il mondo.
Già abitato dagli Etruschi, densamente e stabilmente popolato nel
Medioevo, feudo dei Firidolfi e poi dei Ricasoli, il Chianti fu terra di
confine a lungo contesa tra Firenze e Siena.
All'inizio del Duecento, con la pace di Fonterutoli (1201) e con il lodo
di Poggibonsi (1203), Firenze occupò l'area che da quel periodo venne
chiamata Chianti.
Si narra che i Fiorentini e i Senesi, stanchi delle contese, decisero di
risolvere la questione facendo partire due cavalieri dalle due città al
canto del gallo:nel punto dove i due cavalieri si fossero incontrati
sarebbe stato fissato il nuovo confine.
I Fiorentini, tuttavia, giocarono d'astuzia: non diedero becchime al
loro gallo, che cantò con qualche ora di anticipo e permise a Firenze di
prendere possesso dell'intera area. Le dispute continuarono, tanto che
nel 1385 i baroni locali si unirono nella Lega del Chianti, il cui
simbolo era un gallo nero, lo stesso che oggi contraddistingue il
consorzio del Chianti.
Con i suoi 300.000 ettolitri l'anno, ottenuti da 7.100 ettari a cultura
specializzata e da 450 ettari a cultura promiscua, il Chianti classico è
il maggiore vino d.o.c.g. d'Italia.
La più antica menzione di un vino detto Chianti risale al 1404, quando
il mercante Francesco Datini cita in un ordine un vino bianco di
Vignomaggio, presso Greve in Chianti: il vino rosso è denominato invece
Vermiglio.
Già nel 1716 il granduca di Toscana stabilì i limiti del territorio di
produzione del vino rosso Chianti, definito con lungimiranza "vino di
denominazione e origine protette"; nel 1967 arrivò la d.o.c.
(denominazione d'origine controllata) e nel 1984 la più rigorosa e
prestigiosa d.o.c.g. (denominazione di origine controllata e garantita)
per il Chianti classico.
Contemporaneamente l'immagine del Chianti, contenuto in fiaschi da due
litri e spesso protetto da un velo di olio d'oliva, mutò e il fiasco
venne sostituito dalle più pratiche bottiglie, oggi prodotte intorno ai
120-250 milioni di unità l'anno.
La zona di produzione del Chianti classico è la stessa della Lega del
Chianti e del decreto granducale del 1716 : nove Comuni distribuiti
nelle due province di Siena e Firenze.
Oltre ai Comuni storici di Castellina, Radda e Gaiole, si aggiungono
Greve in Chianti, parte dei territori di San Casciano Val di Pesa,
Barberino in Valdelsa,Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi.
Il territorio è attraversato dalla via Chiantigiana, collegata a una
tortuosa rete di strade minori, con le quali è possibile raggiungere
antichi borghi medievali fortificati, castelli, pievi, certose, borgate
e fattorie sparse, la cui architettura spontanea si fonde sempre
armoniosamente con il paesaggio.
Se Chianti significa vino di grande pregio, è altrettanto vero che la
terra del Chianti è anche custode di altri valori.
Nel campo dell'alimentazione oltre al vino si producono un eccellente
olio extravergine d'oliva, formaggio pecorino, ricotta, miele;
interessanti le produzioni artigianali di terrecotte, ricami, oggetti in
legno d'ulivo e in ferro battuto.
Qui si trova ancora la bottega del bottaio, quella del cestaio, del
cantiniere, del fabbro, espressioni di una dimensione umana che è
tutt'uno con l'ambiente naturale e col suo retaggio millenario di storia
e di cultura.
I 30.000, circa, abitanti del Chianti sono perciò doppiamente
privilegiati: una prima volta perchè risiedono in Toscana, e la seconda
perchè hanno la fortuna di vivere in una terra generosa, a misura
d'uomo, che esprime "il paesaggio più commovente del mondo".
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