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Il sottobosco

 

 

Per descrivere i paesaggi che attraversa, il viaggiatore, esperto di botanica e non, fa sempre riferimento all'elemento vegetale. In effetti, al di fuori dei deserti di sabbia o di ghiaccio, la nozione di paesaggio non si acquisisce senza un quadro generale delle piante che si offrono alla vista. Più che le peculiarità biologiche o le caratteristiche morfologiche di ciascuna delle specie presenti, è la totalità dei vegetali ad essere presa in considerazione.
 
Come tutti gli esseri viventi, gli alberi e le piante del sottobosco si nutrono, respirano, crescono e si riproducono. La loro nutrizione è un fenomeno primordiale giacché solo i vegetali verdi sono capaci di fabbricare materia organica. Questa è la sostanza stessa della vita ed è proprio la materia organica a costituire le piante verdi, ma anche le piante non verdi (come i funghi) e tutti gli animali, compreso l'uomo. La totalità della biosfera dipende dalle piante verdi e nessuna forma di vita può mantenersi a lungo in loro assenza.
Tutto ha inizio nell'oscurità del suolo, dove le radici sono incaricate di assorbire l'acqua e i sali minerali che vi sono disciolti: nitrati, fosfati, potassio... Il motore che permette l'entrata dell'acqua nei peli assorbenti è un fenomeno puramente fisico: l'acqua ha la tendenza a diluire sempre più una soluzione, ovvero a passare da una zona a minor concentrazione (il suolo) verso una zona a concentrazione maggiore (le cellule). Il passaggio dall'esterno all'interno si produce attraverso le membrane cellulari o, più esattamente, attraverso i loro prolungamenti: i peli assorbenti. Poi, l'acqua circola passivamente di cellula in cellula, verso la parte centrale delle radici. Là, questo miscuglio di acqua e sali minerali, chiamato linfa grezza, penetra in una rete di vasi conduttori che la distribuiscono in tutta la pianta.

Si conoscono due motori che permettono di spiegare la salita dell'acqua fino alle parti apicali degli alberi, anche dei più alti. Il primo è la spinta reticolare, fenomeno attivo poco conosciuto, energicamente molto costoso per la pianta, ma estremamente efficace poiché è in grado di inviare la linfa fino a venticinque metri di altezza nella betulla e a più di quaranta nel faggio.
Il secondo motore è la traspirazione che crea una vera e propria richiesta d'acqua verso l'alto. Essa si verifica essenzialmente sulla superficie inferiore delle foglie, dove è regolata dell'apertura degli stomi. Durante un'estate normalmente calda, una querce adulta perde così quasi cinquecento litri d'acqua al giorno, in media...La traspirazione è un fenomeno puramente fisico: l'acqua lascia l'interno della pianta verso l'atmosfera esterna, più secca. Ciò ha per effetto un abbassamento della temperatura delle foglie ed è qualcosa di veramente importante per la pianta, poiché l'eccesso di calore comporta una caduta della fotosintesi.

Etimologicamente parlando, fotosintesi vuol dire "sintesi grazie alla luce". Sintesi, ovvero fabbricazione, di lunghe molecole organiche che si presentano sotto tre forme diverse, a seconda del proprio assetto spaziale e degli atomi che le compongono: gli zuccheri, gli oli e le proteine. E' la giustapposizione di queste tre famiglie di corpi chimici a costituire le cellule, i tessuti e gli organi di tutti gli esseri organizzati.

Tre soli ingredienti sono necessari al funzionamento chimico del regno vivente: l'acqua, i sali minerali e il carbonio. I primi due sono forniti dal suolo, il terzo proviene dall'aria, formata almeno in piccola parte da anidride carbonica. Questa entra nella pianta attraverso gli stomi, poi passa nelle cellule, per arrivare ad un organulo minuscolo, caratteristico delle piante verdi: il cloroplasto.

E' proprio in quest'ultimo che si compie il "miracolo": la molecola di anidride carbonica è divisa in due: i suoi componenti, il carbonio e l'ossigeno, vengono separati. Il carbonio è conservato, legato ad altri atomi di carbonio, e fornisce la materia prima per la fabbricazione delle molecole organiche. L'ossigeno è invece respinto verso l'esterno: per le piante verdi è un rifiuto! Poi, le molecole ottenute sono distribuite attraverso tutta la pianta. La loro trasformazione giunge infine agli zuccheri, agli oli e alle proteine.

Ma il miracolo non si realizza da solo, come sempre, quando c'è una trasformazione, ci vuole una fonte energetica. I vegetali utilizzano quella del sole. Grazie alla propria clorofilla, le piante verdi sono capaci di captare l'irraggiamento luminoso proveniente dallo spazio, potenzialmente inesauribile, ma molto limitato nel bosco. Solo gli organismi muniti di clorofilla sono capaci di fotosintesi e dunque creare le molecole della vita; tutti gli altri (i funghi, gli animali e l'uomo) sono obbligati, per esistere, a sbrigarsela diversamente, ovvero a prelevare intorno a se le molecole organiche necessarie. E' la ragione per cui i funghi crescono a spese della vegetazione, morta in gran parte, imitati in questo da una moltitudine di piccoli invertebrati; mentre gli animali di grossa taglia consumano direttamente vegetali vivi. Senza parlare di alcune specie, come quelle carnivore, che "consumano" quelle erbivore, le quali a loro volta hanno già prelevato per sé, in qualche modo, la materia vegetale...

Qualunque essere vivente si consideri, si ritorna sempre al regno vegetale. Nessuna vita è concepibile senza le piante, e gli animali altro non sono che vegetali trasformati...

 

 

 

Organismi e piante del sottobosco

 

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